Cena e pausa pranzo sono momenti perfetti per rifornire il veicolo elettrico. Ecco perché stanno crescendo sia la quota di ristoranti interessati a implementare questa opportunità sia l’offerta in grado di rispondere all’esigenza di ricariche in tempi contenuti che non vadano a gravare troppo sul contatore. Controllo dinamico del carico, card Rfid e semplicità di utilizzo sono caratteristiche prioritarie nella scelta dei dispositivi
Qual miglior momento di una pausa pranzo o di una serata a cena per “biberonare” la batteria della propria auto approfittando del pasto, ma soprattutto quale miglior opportunità per un ristorante per fidelizzare i propri clienti e attrarne di nuovi se non investendo in un’infrastruttura di ricarica? La mobilità elettrica ha spalancato nuovi orizzonti che si sposano perfettamente con questa dinamica e che, se sfruttati a dovere, possono fungere da volano per alimentare il proprio business. In Italia crescono le strutture del settore horeca che scelgono di garantire ai propri clienti anche la possibilità di ricaricare il proprio veicolo elettrico: «Attualmente il nostro database sul portale EViaggio, che offre un servizio gratuito e privo di pubblicità, comprende in totale oltre 2mila strutture, tra hotel, ristoranti e strutture alberghiere che comprendono anche il servizio di ristorazione. Rispetto al 2023 abbiamo notato un incremento tra il 30 e il 40% delle referenze, un dato confermato anche dai trend registrati attraverso i report Motus-E» spiega Nicola Carlon, ideatore di uno dei portali gratuiti di riferimento per gli e-driver in cerca di strutture ricettive in grado di garantire la disponibilità di stazioni di ricarica. «In questi anni abbiamo stretto diverse partnership con società che si occupano appunto di installare le colonnine e questo ha contributo in maniera importante all’incremento degli esercizi presenti sul sito. Partendo da questi presupposti e osservando il ritmo con cui le strutture vengono aggiornate potrei affermare che esistono ampie potenzialità di crescita, nel senso che sono ancora poche, in pro- porzione. le infrastrutture presenti sul territorio che propongono la ricarica come servizio. Questa tendenza, dai feedback che abbiamo raccolto, è dettata innanzi- tutto da un parco circolante di Bev ancora ridotto che, di conseguenza, si traduce in una mancanza di urgenza da parte dei ristoranti o di altre strutture ricettive di installare wall box o colonnine». «I ristoranti fanno parte delle categorie delle strutture ricettive, ovvero di tutte quelle realtà che dispongono di un parcheggio ad accesso publico o semi pubblico per le quali sta diventando molto interessante il fatto di poter offrire anche la ricarica come servizio installando delle infrastrutture ad hoc» conferma Federico Bussatori, direttore commerciale di EliosTech, service di installazione attivo su tutto il territorio italiano. «Come Elios Tech siamo molto legati a questo target, che per noi è un vero e proprio core business, come dimostrano le oltre 600 strutture ricettive che abbiamo elettrificato e che continuiamo a seguire a livello di assistenza, formazione e di follow up».
Cpo o gestione privata della stazione?
Uno dei primi step da considerare per i ristoranti che desiderano offrire la ricarica come servizio è quello di valutare il modello di business più adatto alle proprie esigenze. Le strade da percorrere sono essenzialmente due: la prima è quella di installare una propria infrastruttura di ricarica, di gestirla internamente attraverso una piattaforma dedicata, con la possibilità, eventualmente, di far pagare ai clienti i kWh consumati impostando tariffe dedicate. La seconda, invece, prevede la possibilità di far gestire la stazione a un Cpo allargando al pubblico (quindi non solo ai propri clienti) l’accesso alle colonnine. «Come Driwe abbiamo seguito sia ristoranti, sia numerosi alberghi che offrono anche servizio ristorante» spiega Luca Secco, founder e Ceo di Driwe, società impegnata nell’installazione e nello sviluppo di servizi dedicati alla mobilità elettrica. «Una delle tematiche più importanti riguarda innanzitutto le modalità con cui la struttura intende sfruttare la stazione di ricarica. Alcuni preferiscono una gestione privata delle colonnine a solo uso e consumo della clientela, mentre altri esercizi preferiscono condividerla sulle mappe per renderla disponibile al pubblico. Solitamente i gestori più “gelosi” che preferiscono una gestione privata sono spinti verso questa soluzione perché magari hanno stalli di parcheggio limitati, sopratutto nei centri urbani o a ridosso delle città. Questa formula però, anche come risulta dai feedback che raccogliamo puntualmente dalle nostre piattaforme, può generare una sorta di malcontento lato utente, perché se in una località turistica o presso un ristorante vedono una colonnina che non possono utilizzare lo percepiscono come un disservizio, soprattutto se se ne rendono conto sul posto, magari entrando a chiedere informazioni, oppure quando vedono lo spazio occupato da veicoli endotermici. E poi c’è un altro tema legato proprio alla gestione tecnica di questi spazi. Ovvero, se l’esercente decide di gestire in maniera privata l’infrastruttura senza affidarsi a una piattaforma condivisa lo deve fare in maniera impeccabile. Magari l’installatore consiglia una colonnina di primo prezzo, poco smart, ma poi si ritrova nell’impossibilità di gestirla in maniera funzionale e complicando ulteriormente la vita a chi gestisce il locale o il ristorante. Mi è capitato personalmente di visitare ristoranti con una colonnina di ricarica nel parcheggio che il personale non era in grado di far funzionare perché magari quel giorno la persona di riferimento non era presente o era in ferie. Ovviamente questo disservizio può impattare in maniera negativa anche sull’esperienza complessiva che i clienti vivono presso la location. In queste situazioni è a nostro avviso importante affidarsi invece a Charging Point Operator esterni, come Driwe, per delegare la gestione della colonnina e offrire un servizio funzionante con ricariche user friendly. Il fatto di installare una colonnina inserendola in un circuito internazionale gestito da Cpo è un grande vantaggio e lo vediamo sopratutto nelle località turistiche dove operiamo, location di grande richiamo per gli stranieri (ad esempio sul lago di Garda) che arrivano e vogliono ricaricare l’auto con la massima semplicità, senza doversi interfacciare con l’esercente e con meno “passaggi” possibili per evitare problemi. Ci vogliono approcci semplificati e universali: non possono esserci 10 app per 10 ristoranti diversi, con metodi di fruizione differenti. Uniformare è cruciale anche per il bene dell’esercizio stesso perché migliora la user experience. Inoltre la remunerazione del servizio di ricarica anche per il gestore stesso della struttura ospitante nel settore horeca può risultare un incentivo alla diffusione di infrastrutture di ricarica sempre tenute al massimo delle capacità e della qualità del servizio sia erogato che percepito».
A questo proposito diventa fondamentale il supporto di un’installatore o tecnico competente nei confronti dell’esercente per supportarlo nello scegliere il modello di business più adatto alle proprie esigenze. «Questo è un segmento di mercato assolutamente in crescita e con grandi potenzialità ma ci troviamo ogni giorno a combattere la grande disinformazione che ancora gira intorno al mondo della mobilità elettrica» afferma Federico Bussatori. «Oggi, ancora prima di pensare o programmare l’installazione di una colonnina, si passa da un processo necessario di informazione per mettere il ristoratore nelle condizioni di scegliere la soluzione più adatta ad un determinato contesto. Anche perché non ci si ferma alla semplice scelta della colonnina, parliamo anche di modelli di business e di gestione differenti, in cui un esercente può delegare la gestione della ricarica, oppure gestire la stazione in maniera autonoma: premesso questo, è importante far comprendere che il fatto di poter offrire alla clientela la possibilità di ricaricare durante un pranzo o una cena è già di per se un volano per incrementare il proprio giro d’affari legato alla ristorazione. La ricarica può davvero trasformarsi in un catalizzatore di clienti, anche nuovi, per la propria attività. Il problema diffuso in tutta Italia di cui ancora stiamo pagando lo scotto è stata la cattiva informazione portata avanti da alcuni media nei confronti dell’elettrico. E oltre alle fake news, che ovviamente sono dannose, c’è proprio una mancanza di informazioni: pubblicizzano tanto i veicoli elettrici e la sostenibilità ma in pochi spiegano davvero in cosa consiste la ricarica, che differenze comportano le varie stazioni in base alla potenza e tutta una serie di caratteristiche che vengono purtroppo sottovalutate. Per far fronte a questa lacuna abbiamo istituito un team di 8 consulenti che coprono tutte le Regioni d’Italia, che si occupano proprio di informare i propri potenziali clienti sulle opportunità e sulle criticità legate alla mobilità elettrica. Cioè far capire a chi ha un’attività il reale utilizzo di una stazione di ricarica. Alle strutture che si affidano alle nostre competenze possiamo proporre sia pacchetti all inclusive pronti all’utilizzo, sia piattaforme per la gestione autonoma dei pagamenti legati alle ricariche. Il ristoratore infatti può offrire la ricarica con modalità differenti, ovvero dando la colonnina in gestione a un Cpo – con una marginalità al kWh più ridotta –, oppure ad esempio sfruttare l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico per le ricariche e offrire gratuitamente il servizio ai propri clienti. Poi esistono ristoratori che preferiscono rendere pubblica la propria stazione di ricarica sulle mappe degli Emsp, quindi condividendole e mettendole a disposizione di tutti i potenziali clienti. Altri invece preferiscono non farlo perché magari perché hanno pochi stalli disponibili e vogliono privilegiare la clientela, oppure più semplicemente non possono garantire l’accesso al parcheggio quando l’attività non è aperta. Bisogna infatti mettere in conto che il ristoratore preferisce tendenzialmente offrire la ricarica quando l’attività è aperta per poter marginare anche da pranzi e cene».
Per i ristoranti che preferiscono gestire privatamene la propria stazione di ricarica, in maniera molto simile ai destination charger segnalati da Tesla oppure da Porsche sulle proprie reti interoperabili, il portale EViaggio consente di condividere la propria struttura segnalando appunto nel dettaglio tutte le caratteristiche della stazione presente. «È complesso delineare un trend del segmento osservando le referenze presenti sul nostro portale. Questo per il semplice motivo che si tratta di un sito principalmente basato sugli user generated content, ovvero dove sono i clienti, gli installatori e gli stessi ristoranti a inserire le strutture presso cui sono presenti stazioni di ricarica». spiega Nicola Carlon. «Il nostro sito è pensato per pubblicizzare gratuitamente le strutture, in questo caso i ristoranti, che riservano l’utilizzo delle proprie infrastrutture di ricarica alla propria clientela, quindi con la garanzia di avere una stazione dedicata e gestita direttamente dall’esercente. Sul nostro portale, quando una struttura decide di inserire il proprio nominativo, c’è la possibilità di specificare se i charging point sono ad accesso pubblico, ma la stragrande maggioranza dei nominativi non punta su questa formula, anche per garantire una certa qualità. In pratica EViaggio fornisce un servizio equiparabile a quanto fatto da Tesla con i propri destination charger, ma aperto a tutte le tipologie di utenti. Oltretutto la scheda del ristorante specifica anche l’eventuale compatibilità o meno della stazione con tutti i modelli di automobile».
[Fonte “L’appetito vien ricaricando”, E-Ricarica mensile cartaceo di Giungo 2024, https://e-ricarica.it/lappetito-vien-ricaricando-lofferta-di-mercato-per-i-ristoranti/, E-Ricarica ]