Riconversione alla mobilità alternativa?
Sì, a patto di trovare colonnine di ricarica sul territorio. Ecco perché Ca’ Farsetti è ora al lavoro per un nuovo bando che prevederà circa 300 nuove colonnine in tutto il Comune.
Gli uffici dell’Assessorato ai trasporti, come conferma Renato Boraso, sono al lavoro per individuare l’esatta collocazione sul territorio. Poi dovranno farsi avanti le compagnie che riforniscono le colonnine di energia elettrica.
L’ultimo decreto legge Semplificazioni, del resto, impone di avere presto 1 colonnina di ricarica ogni mille abitanti. Se per Mestre è facile immaginare una soluzione nel giro dei prossimi mesi, più difficile è trovare sistemazioni adeguate a Venezia e nelle isole.
Sta di fatto che oggi il turista che intende arrivare in città con un’auto elettrica ha bisogno di una pianificazione scrupolosissima, calibrata al chilometro.
Ci sono due tipi di viaggiatori: chi ha una Tesla, e chi possiede invece un altro tipo di auto elettrica. Per le Tesla, con batterie che raggiungono anche 75 kilowattora con autonomia da 500 km, esiste un “super charger” (150 kilowatt) a Mogliano. Una ricarica costa 40 centesimi al kilowatt/ora.
I proprietari di una Tesla devono solo attaccare la spina e la macchina fa il resto. Tutti gli altri invece devono scaricare un’applicazione e scansionare un qrcode per ricaricare dalle altre colonnine pubbliche.
Sono circa un centinaio quelle sparse in provincia, consultabili su molti siti e app, come ad esempio “Nextcharge”. Enel, Re-power, BeCharge (ora acquisita da Eni): questi i nomi dei fornitori. A seconda della zona, le ricariche oscillano tra 0,38 e 0,44 euro per kW/h. Si trovano a disposizione potenze da 50 kW (DC) o da 22kW a 3,7 kW (AC) con diversi connettori, il più comune è il Type 2. Gli altri punti di ricarica sono invece “destination charger”, ossia colonnine situate presso strutture private: meno potenti e a corrente alternata (quindi al massimo 22kW). Sono posizionate spesso e volentieri in hotel e luoghi privati: se sei un cliente dell’hotel di solito è gratuito, ma per chi non è ospite può essere a pagamento: due ore di ricarica possono costare anche 15 euro.
I “destination charger” nel comune di Venezia sono piazzati alla trattoria Al Passo, a Campalto, al garage San Marco (che ne ha 5 di attive e altre 8 dell’Enel in attesa da più di un anno di essere attivate) e all’autopark Doge a piazzale Roma, e nell’hotel Ausonia Hungaria del Lido. Dieci, invece, i punti di ricarica sul litorale jesolano.
La lista completa dei “destination charger” si può trovare sul portale EViaggio.it, creato dall’ingegnere veneziano Nicola Carlon.
“Il modo migliore per ricaricare un’auto elettrica è farlo quando si sta facendo altro” sostiene Carlon.
Infatti le colonnine ultrafast hanno senso in autostrada o nelle superstrade perché devono permettere di ricaricare nel tempo di un caffè, mentre quelle fast hanno senso in città dove una persona lascia l’auto per poche ore quando fa la spesa. Infine quelle a ricarica lenta si trovano a casa o negli hotel, dove si può lasciare l’auto in carica tutta la notte.
“Venezia è un caso particolare. Chi arriva lascia la macchina per molte ore in parcheggio e quindi ha bisogno di una colonnina lenta, per non dover essere costretto a tornare dopo poco a scollegarla quando la carica è completa. La soluzione migliore sarebbe avere molte colonnine lente nel parcheggio di San Giuliano.
Oggi invece il consiglio a chi decide di visitare il centro storico è quello di arrivare già caricati”.
[Fonte: La Nuova Venezia, 06/12/2021, Eugenio Pendolini, scarica il pdf]